Non è costruendo autostrade d'acqua che si riducono i danni da esondazione. Da qualche anno è un assunto noto anche ai qualunquisti non del settore. Se si fa ancora del qualunquismo a tal proposito, esso a questo punto è attribuibile alla pura e semplice ignoranza, in buona o mala fede che essa sia.
Con interventi come quello in foto sul fiume Osento non si fa che amplificare e magnificare il danno da piena e questo dato è ben noto ai laureati in scienze ambientali, geologi, architetti ed ingegneri ambientali che conoscono bene altri modi già rodati in altri Paesi per raggiungere l'obiettivo della "sicurezza idraulica" e mantenere il più possibile gli ecosistemi fluviali integri. E con 500 mila euro qualcosa di molto più moderno e meno impattante in un'area disabitata si poteva fare.
Ed infatti la stessa Regione Abruzzo, già dal 1997, con la LR n. 107 recitava "Tale attività (di sistemazione degli alvei fluviali) sarà svolta nel rispetto degli ecosistemi fluviali e con modalità e tecniche che privilegiano l'ingegneria naturalistica". Inoltre nel DGR n.494 del 30.03.2000 si ribadisce che il Servizio Opere idrauliche e Gestione fiumi deve garantire che la progettazione di interventi in ambito fluviale sia effettuata nel rispetto di quanto stabilito nel DGR stesso riguardo l'uso dell'ingegneria naturalistica. In conclusione i sistemi "moderni" per gestire i corsi d'acqua non prevedono più da tanti anni le arcaiche tabule rase come quella in foto.
Ed infatti lo stesso tratto dell'Osento oggetto del pesante intervento attuale era stato già sottoposto ad interventi circa 4-5 anni fa: essi consistettero nella pulitura parziale in riva (esondabile) destra dell'alveo di morbida, conservando integralmente il bosco ripariale in riva sinistra e mantenendo sufficiente la vegetazione a consolidare il margine esterno della sponda dell'alveo di morbida in riva destra. Così come furono fatti, quegli interventi rispondevano a dei criteri logici, idraulici ed ecosistemici, così come dalle prescrizioni indicate nel Piano di Tutela delle Acque Regione Abruzzo, in merito agli interventi in ambito fluviale. Ora non capisco quale sia stato il fattore scatenante di questo drastico cambio di rotta, dato che non ci troviamo in un contesto trasformato od urbanizzato.
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